Anticamente denominata Pozzo Gallo, come evidenziato nel gonfalone comunale, risulta altresi’ denominata anche Puzalia , nome riportato dalla cronaca Farfense a partire dal IX secolo d.c.; il Medio Evo incombente la vede oggetto di vari “passaggi di proprietà” fra illustri casate romane (Orsini – Colonna ) fino alla definitiva acquisizione territoriale da parte dello Stato della Chiesa che governò su tali possedimenti allorquando subentrò il regno d’Italia. Una volta compiuta l’unità nazionale il territorio sabino fece parte di volta in volta di varie provincie circostanti (Terni – Tivoli ) finche’ fu istituito il mandamento di Rieti del quale Pozzaglia Sabina è attualmente parte integrante.
Al presente il paese (860 metri slm) si staglia agli occhi del visitatore come un grazioso presepe protetto da una corona di monti e contornato da una verdeggiante estensione di prati e boschi che conferiscono al paesaggio un’oasi di pace e tranquillità per lo spirito e garantisce nel contempo aria buona cibi genuini e cordialità nonche semplicità nei (pochi) abitanti.
Pozzaglia Sabina è raggiungibile in auto uscendo dall’autostrada Roma-Firenze al casello di Fiano Romano, oppure dall’autostrada Roma -L’Aquila al casello di Carsoli proseguendo per il tratto che conduce al lago del Turano, prima del quale trovasi il bivio che porta alle località di Pietraforte -Montorio e infine Pozzaglia; se si proviene da Napoli l’uscita consigliata è S. Cesareo, quindi procedere verso Zagarolo-Tivoli-Vicovaro, al bivio portarsi verso Licenza-Percile-Orvinio ed infine Pozzagia Sabina.
Ideale per trascorrere un periodo di vacanza a contatto con la natura, con panoramici itinerari immersi nella magnifica pineta che avvolge il paese ed escursioni al sinuoso lago del Turano che si snoda tra i monti per tutta la sua lunghezza.
Le origini dell’etimo sono strettamente legate alla “storia delle origini” del paese.
La tradizione orale, infatti, narra di una battaglia combattuta e vinta dall’esercito franco di Carlo Magno – Imperatore del Sacro Romano Impero – contro le truppe saracene, in una località pianeggiante che, attualmente, si trova a metà strada tra il territorio di Orvinio e quello di Pozzaglia.
Così scrive L. Jacobelli nel 1899 in Vita Sabina: “E’ tradizione che il nome gli derivi da antico pozzo rinomato (“puteum gallorum”), il quale servì già di tumulo ai Franchi morti nella battaglia che ai tempi di Carlo Magno ebbe luogo sull’altopiano orviniese [ … ]”.
Nel 1932 il Palmegiani riprende: “ Si narra [ …] che una parte dei soldati di Carlo, rimasti in quel territorio, iniziassero la costruzione di un gruppo di case, alle quali fu dato, più tardi il nome di Puzalia, probabilmente da Pozzo dei Galli”.
Nello stesso anno A. Latini fornisce qualche particolare in più sull’esito dello scontro già menzionato dallo Jacobelli, riportandone per intero la leggenda. Le sorti del combattimento sembra volgessero molto favorevolmente all’esercito franco quando restò, sul campo disseminato di cadaveri, anche quello del condottiero saraceno detto Kan o Can, da cui sarebbe derivato il termine Can-morto o Canemorto. Secondo il Latini, la tradizione popolare farebbe derivare da questa stessa leggenda anche il nome di Pozzaglia, cioè Pozzo dei Galli (Puteum Gallorum, Putegallia, Putealia, Pozzaglia) .Il Palmegiani poi si rifà avanti per spiegare con questa disfatta dei Saraceni, l’origine del nome Canemorto, dato fino al 1860 a quello che è l’odierno paese di Orvinio.
Ma la sua fonte è Moroni, che già nel 1853 ha reso noto un articolo, vecchio del 1842, in cui si legge chiaramente che: “Canemorto, che sul principio del IX secolo fu il teatro della rotta data dalle armi di Carlo Magno a’ saraceni, dalla strage de’ quali prese il nome di CANIMORTI ora CANEMORTO…”. E il Moroni si è fatto scrupolo di riferire anche così sull’argomento: “Marocco afferma che non si è potuto trovare l’origine del suo nome, che in latino pur suona Canis mortuus, ma che da alcune memorie e dalla tradizione si apprende che quivi morì un suo tiranno, ed il popolo festeggiando la liberazione del patito giogo, per metafora dicesse: IL CANE E’ MORTO, e che da ciò ne derivasse il nome al sito che avea signoreggiato. Aggiunge che altri con più fondamento dicono, che da un cane idrofobo ucciso nel luogo, e che avea recato grave danno agli abitanti, ne assunse la denominazione. Tuttavolta dichiara, che le une e le altre opinioni sono inconcludenti.”. Ai nostri giorni la tradizione orale popolana e popolare di Pozzaglia continua a riferire dello scontro di Carlo Magno contro i Saraceni. Ma vi perì – così asserisce – un generale franco di nome Canè.
La sola tradizione popolare aggiunge che sotto Montorio, nella valle del Turano guardata anche da Pietraforte a mezza costa, Carlo Magno fece costruire i numerosi ponticelli in pietra, che ora il Lago artificiale ha fatto crollare, e il ponte vecchissimo, tutto bene scalpellato e solo in parte caduto, di Paganico.