Nel 1922, lungo la strada comunale che collegava Pozzaglia ad Orvinio fu scavato un fossato: a circa un metro di profondità, all’interno di un recipiente fittile andato completamente distrutto, furono rinvenute un certo numero di monete, che in numero complessivo di 29, furono vendute al museo nazionale romano tra il 1922 ed il 1924. La data di occultamento del tesoretto è in parte controversa; secondo le ipotesi più accreditate l’emissione più recente sarebbe quella della serie librale datata al 225 a.C., termine probabile dell’occultamento.
L’importante ritrovamento ci consente di ipotizzare che, in questi luoghi, fossero presenti degli insediamenti abitati anche in epoca piuttosto remota.
Grotta Pila è una cavità naturale lunga circa 40 metri, sul Monte Frainili, nel territorio di Pozzaglia. Sono visibili concrezioni dovute allo stillicidio delle acque sotterranee. Gli oggetti in essa rinvenuti, vasi e sepolture, vengono datati tra il neolitico e l’età del rame.
Nel 1922, lungo la strada comunale che collegava Pozzaglia ad Orvinio fu scavato un fossato: a circa un metro di profondità, all’interno di un recipiente fittile andato completamente distrutto, furono rinvenute un certo numero di monete, che in numero complessivo di 29, furono vendute al museo nazionale romano tra il 1922 ed il 1924. La data di occultamento del tesoretto è in parte controversa; secondo le ipotesi più accreditate l’emissione più recente sarebbe quella della serie librale datata al 225 a.C., termine probabile dell’occultamento.
L’importante ritrovamento ci consente di ipotizzare che, in questi luoghi, fossero presenti degli insedia
menti abitati anche in epoca piuttosto remota.
Grotta Pila è una cavità naturale lunga circa 40 metri, sul Monte Frainili, nel territorio di Pozzaglia. Sono visibili concrezioni dovute allo stillicidio delle acque sotterranee. Gli oggetti in essa rinvenuti, vasi e sepolture, vengono datati tra il neolitico e l’età del rame.
E’ certo comunque che il territorio dell’attuale Comune di Pozzaglia, nell’alto Medioevo, costituiva frontiera tra il Ducato Longobardo di Spoleto e quello Bizantino di Roma.
Tra la fine dell’ VIII secolo d.C. e gli inizi del IX, un gruppo di exercitales longobardi – o forse meglio germanici – si stanziò in questa zona e lungo la Valle del Turano. Si trattava di uomini liberi che partecipavano alla costituzione dell’esercito, prima nel regno longobardo poi in quello franco; ad essi fu affidata la messa a coltura del gualdo confinario di Pozzaglia. Gradualmente, agli inizi del IX secolo, Farfa subentrò nel possesso di varie aree disboscate e ridotte a coltura.
L’incastellamento fu piuttosto rapido. Nell’anno 1026, infatti, esisteva già un castello vecchio chiamato Pozzaglia. Nel secondo quarto dell’XI secolo, le fonti distinguono un insediamento minore da un insediamento maggiore. Un castello doppio, dunque, almeno nelle fasi iniziali. Le fonti farfensi ne parlano per l’ultima volta nel 1094. Poi le notizie sul castello si fanno sempre più rare per ricomparire sullo scorcio del Duecento, quando Pozzaglia divenne un possesso dei Colonna. Infatti esso fu acquistato dal Cardinale Giacomo Colonna nel 1278, al momento della sua promozione.
Nel 1297, però, Papa Bonifacio VIII privò il Cardinale del castello che fu conquistato da Bertolodo, Gentile e Romano Orsini, rispettivamente padre, figlio e nipote, cum multis periculis, laboribus et expensis. Alla morte del Pontefice, Pozzaglia, che non era stata distrutta come gli altri possedimenti colonnesi in Sabina – tra i quali è necessario citare i castra Normannorum e Rivi Putei, collocati nel territorio dell’attuale Comune di Montelibretti nei pressi del Tevere ed anche Comunanza – fu riconquistata con la forza delle armi. Nel 1360 il paese fu assaltato e saccheggiato dai Romani, mentre agli inizi del 1400 la sollevazione dei Savelli generò la reazione di Papa Bonifacio IX che confiscò i beni di Niccolò e Giovanni Colonna, decretando l’interdetto ecclesiastico e bandendo una crociata contro di loro. Dopo un aspro confronto fu raggiunto, nel 1401, un accordo con i Colonna che, ormai, erano stati reintegrati nei loro possessi.
Subito dopo, questi permutarono Pozzaglia con Giacomo Orsini in cambio del feudo di Rocca di Cave. Scambiata tra i vari rami degli Orsini, nel 1558 fu portata in dote da Maria Orsini a Vincenzo Estoutville. Il loro figlio, Marzio, nel 1573 vendette Pozzaglia, insieme ad altri feudi al Principe Marcantonio Borghese.